elementary OS, LXLE, SalentOS: tre derivate di Ubuntu molto interessanti.

loghiOggi vorrei parlare di tre fra le derivate non ufficiali di Ubuntu più interessanti:  elementary OS, LXLE, SalentOS. Erano parecchi giorni che volevo scrivere questo articolo. Infatti nelle ultime due settimane sono state rilasciate nuove versioni di alcune distribuzioni basate su Ubuntu (oltre alle tre citate sopra, anche di MakuluLinuxBella OSEmmabuntüsLinux Lite, tanto per fare qualche nome). Ho dovuto attendere fino all’annunciato rilascio ufficiale di elementary OS 0.3 Freya.

DERIVATE DI UBUNTU: SERVONO DAVVERO?

Quando in seno alla comunità Gnu/Linux si parla di derivate di una distribuzione, quasi sempre si sfocia in dibattiti anche accesi sulla loro reale utilità. Ovvero sorge il dubbio se il loro nascere e diffondersi sia una normale e apprezzata peculiarità del software libero (che come sappiamo permette a chiunque voglia e sappia farlo di modificarlo e distribuirlo), o se piuttosto il loro proliferare contribuisca alla frammentazione del mondo open, causa a sua volta di vari aspetti negativi (dispersione di risorse lavorando su progetti che hanno  gli stessi scopi, confusione nei nuovi utenti e conseguente mancata affermazione di Linux in ambito domestico).

La mia personale opinione è meno manichea. Ritornando all’argomento dell’articolo, è innegabile che partendo da un’installazione Ubuntu minimale è praticamente possibile creare qualunque derivata o flavor di Ubuntu attualmente esistente. Lasciano il tempo che trovano le derivate che poco si distinguono dalla loro “mamma”: qualche pacchetto aggiuntivo preinstallato, alcune impostazioni preattivate, set d’icone o sfondo del desktop differenti o poco altro (cose tutte queste che si possono benissimo ottenere in fase di post-installazione, di solito abbastanza facilmente).

Diverso invece è il discorso per tutte le derivate che vanno incontro a esigenze reali di alcuni utenti oppure semplicemente offrono qualcosa di originale che prima non esisteva: un ambiente desktop non non offerto da nessun flavor ufficiale o neanche presente nei repo, strumenti creati ad hoc, scelta del software secondo criteri razionali (e non in base ai semplici gusti personali) ecc.  Quando una derivata smette di avere una feature che la rende “nuova” e peculiare, perde anche valore e spesso anche ragione di esistere (si pensi al caso di Piumalinux dopo il rilascio di Ubuntu MATE).   Le derivate di cui andrò a parlare, indipendentemente dal fatto che possano piacere o no, sono a mio avviso interessanti perché possiedono queste caratteristiche o almeno alcune di esse. Tutte e tre sono inoltre “fresche”, con una nuova release da poco rilasciata.

ELEMENTARY OS

elementary OS è una delle derivate di Ubuntu più amate e allo stesso tempo discusse. C’è di sicuro il fatto che continua a suscitare interesse (oggi è al settimo posto nella classifica settimanale  di Distrowatch). Una distro che ha saputo crearsi un DE indipendente e completo, Pantheon: un fork di Gnome, che col tempo ha preso una strada tutta sua ed ora è integrato perfettamente con il sistema. Quest’ultimo comprende quasi sempre software originale, più precisamente dei fork ben fatti (basati sì su progetti precedenti, ma in veste rinnovata e personalizzata). Il risultato è un sistema semplice e funzionale, esteticamente coerente e accattivante (diciamo la verità: molti lo usano soltanto perché «sembra il Mac è bello»!). Una buona alternativa alla pesantezza di Unity e Gnome Shell, senza sentirsi “castrati” con Xfce o LXDE.

Dopo mesi d’attesa è disponibile elementary OS 0.3 Freya (basato su Ubuntu 14.04 LTS, perciò supportato fino al 2019). Questa nuova versione porta tantissime novità:

  • Supporto UEFI
  • Kernel Linux 3.16, Gtk 3.14, Vala 0.26
  • Nuovo sistema di notifiche (introdotta anche la modalità Do Not Disturb)
  • Migliorato il menu applicazioni
  • Nuova modalità multitasking
  • Funzione ricerca in Files
  • Funzione ricerca, copia e incolla rapido in Terminal
  • Nuove applicazioni e miglioramenti di quelle già presenti (fotocamera, video,calcolatrice ecc.)
  • Nuovi temi e nuove icone

Per un elenco completo visitare questa pagina. Per scaricare elementary OS contribuendo con una donazione al progetto basta visitare l’home page del sito ufficiale, oppure si può procedere al download diretto da questa pagina.

Purtroppo il minimalismo che è il principale punto di forza di questa derivata, può rivelarsi allo stesso tempo il suo peggior difetto. Nulla che però non si possa aggirare con vari sistemi (si può ovviare alla scarsità di programmi installandoli con i metodi tradizionali; inoltre sono disponibili vari strumenti di personalizzazione come Elementary TweaksUbuntu Tweak, NiniteOduso ecc.).

LXLE

LXLE è una derivata di Ubuntu che usa LXDE come desktop. Quindi è rivolta principalmente ai computer non più nuovi. LXLE, quando fu lanciata alcuni anni fa, era interessante non tanto per i temi, gli sfondi gradevoli, codec multimediali, flash plugin e gli utili programmi preinstallati, ma perché andava incontro ad un esigenza reale degli utenti di Lubuntu 12.04. Questa versione, infatti, rispetto a quella ufficiale (Ubuntu 12.04 LTS) aveva un supporto di soli 18 mesi e non 5 anni (la denominazione completa sarebbe infatti Lubuntu Extra Life Extension).
Pur continuando a basarsi sui rilasci LTS di Ubuntu, ultimamente LXLE sembra meno orientata al target dei pc legacy. Infatti è ora disponibile in due differenti versioni 12.04.514.04.2, quest’ultima soltanto in versione 64 bit. Nella 14.04.2 è incluso il supporto UEFI.
LXLE è tuttavia una derivata ancora utile, in quanto il supporto a Precise non è ancora terminato. Per avere un elenco dettagliato dei changelog consultare questa pagina. Per il download si può visitare la home del sito del progetto.
SALENTOS
SalentOS è una derivata che adotta come DE Openbox ed è tutta made in Italy. Anzi «made in Salento» come si intuisce dal nome. Da pochissimo è stato annunciato il rilascio della versione 14.04.2.
Questa distribuzione risulta davvero interessante perché è una delle poche derivate di Ubuntu ad usare Openbox, conferendo quindi leggerezza al sistema. In più è fornita di molti programmi preinstallati (compresi anche alcuni pacchetti di GNOME e Xfce), ma soprattutto di diversi strumenti per personalizzare e configurare il sistema.
Una cosa che mi piace di SalentOS è la presenza di comodi lanciatori e comandi rapidi sul pannello (senza quindi dover aprire il menu con il tasto destro del mouse e poi cercare l’applicazione di cui si ha bisogno).
Inoltre (cosa che le piccole distribuzioni non sempre hanno) possiede un proprio repository, per permettere di tenere sempre aggiornati i pacchetti.
L’ultima versione introduce:
  • Il SalentOS Control Center (che sostituisce tutte le funzioni prima delegate al Control Center di XfceDesktop: sfondi, temi ed icone; servizi all’avvio, impostazioni di mouse, schermo, tastiera ecc.; menù informazioni di sistema ecc.)
  • Tint2 Configuration Manager (strumento ad interfaccia grafica per semplificare la configurazione della barra tint2, potendo anche aggiungere lanciatori, evitando di installare dock o altri strumenti che andrebbero ad appesantire i pc meno potenti)
  • SalentOS Update Center (gestore di aggiornamenti, con anche altre funzioni integrate)
  • Oblogout Theme Manager (per gestire il tema per il log-out del sistema in tutta semplicità)

SalentOS è disponibile al download direttamente dal sito del progetto (in duplice versione, completa e light, quest’ultima con installati soltanto pochi programmi come il browser web e un editor di testo).

Enjoy!

2 pensieri su “elementary OS, LXLE, SalentOS: tre derivate di Ubuntu molto interessanti.

  1. Pingback: L’insostenibile leggerezza dell’essere: il caso di Elementary OS | OpenFreeMan Blog

  2. Pingback: Elementary OS post installazione | Pinguini per caso

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